Nella società contemporanea, stiamo assistendo a una trasformazione significativa nelle dinamiche familiari. I nonni stanno assumendo sempre più il ruolo di figure libere, mescolate a genitori sempre più distaccati o lontani per necessità lavorative. Anche loro diventati più fluidi, si trovano quindi alternativamente a occuparsi interamente dei nipoti, in assenza dei genitori, ma anche – sempre più spesso – a essere completamente alienati dalla vita familiare.
La figura del nonno è così cambiata radicalmente: un tempo pilastri della famiglia e custodi di tradizioni, oggi vediamo sempre più spesso nonni più distaccati dal ruolo di caregiver attivo, con il risultato che quelle radici che da sempre hanno rappresentato diventano un po’ meno visibili. Inoltre, con l’allungarsi dell’aspettativa di vita e il miglioramento delle condizioni di salute, i nonni di oggi sono più attivi e, spesso, in condizioni di prendersi sempre più cura di loro stessi, scegliendo di prendersi cura meno dei nipoti.
Parallelamente, molti genitori stanno assumendo un ruolo che potrebbe essere descritto come quello dei “nuovi compagni di gioco”. Impegnati in carriere sempre più esigenti, molti genitori si trovano a passare meno tempo con i figli approfittando di quei pochi momenti presenti in modo ludico e meno educativo.
Il risultato di queste due tendenze è che i nuovi genitori rischiano di non riuscire più a ricoprire il ruolo di figure di riferimento, ma sempre più spesso non possono delegarlo ai nonni. I giovani si ritrovano così privi di punti di riferimento solidi e incrollabili che, oltre a trasmettere valori e conoscenze, possano dare anche sostegno e ascolto. Lo sfilacciamento di queste relazioni intergenerazionali crea un vuoto affettivo, con effetti negativi sullo sviluppo emotivo dei ragazzi.
In molti casi (e in molte altre culture) i nonni continuano a essere una risorsa fondamentale per lo sviluppo delle nuove generazioni, contribuendo attivamente alla vita quotidiana della famiglia.
Tuttavia, in un contesto sempre più frenetico e individualista come il nostro, è fondamentale ripensare al loro ruolo e promuovere interazioni significative tra le generazioni.
Come dei moderni Telemaco, i giovani d’oggi possono solo fare affidamento sulle proprie capacità e sui propri compagni, per poter essere difesi e accuditi; oppure possono provare a viaggiare verso lidi più lontani alla ricerca della propria storia. Devono gettarsi in un ignoto dove però l’anziana figura familiare non può seguirli alla ricerca di quel genitore, scomparso all’inseguimento dei suoi desideri o lontano per difendere il proprio onore. Devono diventare uomini e donne in assenza delle figure più vicine.
I nonni non sono più delle entità mitiche, fonti di storie inenarrabili, luoghi lontani ed epoche sognanti, ma altri uomini, come noi, scomparsi in orizzonti legati a vecchi sogni di gloria. La nuova generazione e quella antecedente condividono un disincanto e una natura centrata sul ritrovamento dei modelli antichi, gli unici ai quali ci si possa rifare con reale sicurezza e gli unici che ancora possono dare certezze. Riconoscere l’importanza dei nonni e integrare il loro contributo nella vita familiare può essere un passo cruciale per ripristinare un equilibrio emotivo e relazionale, aiutando i giovani a trovare punti di riferimento stabili ai quali si potrà sempre tornare perché sempre pronti ad accogliere.