Adolescenti per sempre: sembra questa la cifra di una società che fa fatica con tutto ciò che ha a che fare con l’essere adulto. Responsabilità, confini, scelte: tutto quello che va recuperato per una GenZ che vuole trovare il suo spazio
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Come salvarci dalla dittatura delle notifiche
La nostra vita è scandita dalle notifiche: chat, social e mail nello smartphone che è parte integrante del nostro quotidiano, delle nostre relazioni e delle nostre vite. Molti lamentano e soffrono un elevato livello di stress dovuto proprio alla necessità di rispondere agli innumerevoli stimoli che punteggiano le nostre giornate e parcellizzano la nostra attenzione.
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Matrimoni e figli, né sempre né mai
Si può cessare di essere mogli e mariti, non di essere madri e padri. La presenza di figli crea un legame che nessun divorzio può veramente rompere. Gli ex coniugi possono separare i percorsi di vita, non rinunciare a svolgere la funzione genitoriale che li accomuna. Riconoscere questa realtà potrebbe placare l’ansia abbandonica di tanti ragazzi.
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Adolescenti: Peter Pan e quell’isola che non c’è
Una generazione sempre più ansiosa: così vengono descritti gli adolescenti di oggi. Le difficoltà della fase di passaggio all’età adulta viste con gli occhi di chi la attraversa e di chi accompagna i ragazzi e le ragazze in questo cammino
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Giovani, una generazione infelice
Considerazioni sui risultati di un’indagine secondo la quale un giovane sotto i 25 anni su tre soffre di fragilità psicologica. Lo studio registra la percezione che i giovani hanno di sé, del proprio stato di malessere. Ne risulta il quadro di una generazione afflitta da ansia, depressione, solitudine. Percentuali così elevate spostano il problema dal piano sanitario a quello politico e culturale.
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Dacci oggi la nostra ansia quotidiana
L’ansia può essere sensazione paralizzante, ma assunta in dosi omeopatiche è stimolo all’agire, mantiene vivo l’interesse, allerta il desiderio, si oppone all’inerzia, infonde vitalità. Non va eliminata, piuttosto governata, alla ricerca costante di equilibri mai definitivi
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Al di là della competizione potremmo perfino scoprire chi siamo
Viviamo nel tempo della competizione permanente, che propina come paradigma il principio di prestazione: siamo obbligati a correre veloci e a diventare macchine performanti, dimenticandoci perfino che potremmo inciampare. Ma perché siamo portati a trascurare l’esistenza della caduta? O meglio, perché vogliamo dimenticarcene? E quanto è importante, a scuola, imparare a cadere?
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Cosa vuoi fare da grande? Una domanda da attacco di panico
Li chiamano NEET, acronimo di “not engaged in education, employment or training”, ma forse dovremmo chiamarli N(H)EET, dove la “H” aggiunta sta per “help”. Un grido d’aiuto che in questo momento è inascoltato
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Notte prima degli esami. Ma di quali?
In una corsa senza riposo, anche in questi primi mesi estivi si è tornato a parlare di maturità. Una tappa sempre meno significativa per i ragazzi e le ragazze, affogata tra le molte altre continue richieste di competizione e performance. Ma non è che in questa corsa al risultato si sia perso il senso?