“E’ un elogio alla vita, agli inizi, al momento della svolta, a qualcosa di miracoloso che potrebbe arrivare quando meno te lo aspetti, proprio come il mio incontro con Lucia Calamaro”. Lucia Mascino incantata dalla scrittura della pluripremiata drammaturga è la protagonista di “Smarrimento”, un monologo intimo ma anche ironico e delicato, in cui il perdersi diventa l’occasione per trovare nuove strade. In scena una scrittrice in crisi d’ispirazione, lo spunto per riflettere su questioni esistenziali e sul tema creatività.
“Sono l’alter ego dell’autrice alle prese con la presentazione del suo romanzo che non riesce a finire”, afferma Mascino, “una conferenza caotica dove la scrittrice perde il filo del discorso e tra un pensiero e un’immagine buffa, entra ed esce dai personaggi dei suoi libri. A partire da Anna e Paolo, una coppia con due figli curati dal marito senza lavoro, Anna invece ha trovato un’occupazione lontano da casa”.
Ed è in questo dentro/fuori dai personaggi che s’insinuano i pensieri della romanziera in crisi: ricordi, immagini, e una buona dose di autoironia che le permette di passare da colte citazioni filosofiche alla vita di tutti i giorni, dagli chef stellati al rapporto con i figli, dai genitori nella casa di cura a Paolo che non riesce a far addormentare la figlia. “Una sorta di cabaret esistenziale” sottolinea l’attrice, “un modo per riflettere sui ricordi e sulle immagini fantasiose o reali che ci abitano, un lavoro per riflettere su come il tempo rimane dentro di noi”. Con una drammaturgia, dunque che procede per frammenti, l’autrice di diverte anche a ironizzare sulla sua professione: “qui si prende affettuosamente in giro il mondo degli scrittori sempre preda della loro mente e dei rapporti che intrattengono con le loro immagini-fonte.
E’ un invito all’ arrendersi di fronte l’indomabilità dei processi creativi. L’impossibilita di andare avanti, di finire il libro, è un dichiarato omaggio agli straordinari inizi che la vita ci regala”. Lo smarrimento dunque come l’occasione per chiedersi ‘dove sono?’, di trovare quel momento di svolta dopo il quale nulla è più come prima.
Toni seri e divertenti, comicità e autoanalisi, una bella prova per l’attrice che in quella luminosa casa dal pavimento bianco, tra un tavolo, un divano e la libreria affronta la sua delicata sfida: “Qui sono come una pagina bianca, è tutto chiaro e luminoso, come un bagliore, sul palco c’è anche un pezzetto di casa mia, mi fa sentire meno sola e più al sicuro. Sul palco mi devo spostare dentro le parole, armata di quasi niente, diventare questo o quello, spostare l’aria e creare delle figure, un lavoro sottile che può cambiare ogni sera, e ne sono felice. Amo questo spettacolo, perché fa venire voglia di vivere e credere nel meraviglioso potere delle ripartenze”. Un testo scritto prima del covid che ora assume una forza maggiore:
“Ogni sera con il pubblico sento che si stabilisce una profonda empatia, è il farsi le stesse le domande, ma senza gridarle”.
*** Articolo originariamente pubblicato sul Corriere della sera col titolo “La romanziera in crisi d’ispirazione: Lucia Mascino in scena con «Smarrimento»”