«Preferisci la mamma o il papà?»
Ecco l’inevitabile, perversa domanda che figli di genitori prossimi al divorzio si sentono rivolgere. Meno ipocritamente formulabile: «Vuoi più bene a me o a lui/lei?», anche qualora non chiaramente verbalizzata, implicita in atteggiamenti e giudizi.
Viene loro chiesto di schierarsi, di effettuare una scelta impossibile. Coloro che cedono al ricatto dell’amore finiscono per identificarsi con il genitore preferito e con lo sposarne le ragioni.
Il paradosso è che a individui che nulla hanno deciso, ma hanno solo subito decisioni altrui, viene ora domandato di assumere una parte attiva, di affermare una loro volontà, fino a quel momento ignorata.
La separazione della coppia genitoriale, anche quando si presenti quale soluzione migliore, costituisce sempre un trauma per il bambino o l’adolescente.
Certo, la saldezza delle unioni matrimoniali non è garanzia di salute mentale per i figli, ma generalmente la rottura del legame tra i genitori è un elemento per loro destabilizzante.
Questo nonostante l’elevato numero dei divorzi, in continuo aumento, li faccia sentire in buona compagnia, potendo confrontarsi con amici in analoghe situazioni, partecipi di una maggioranza, o quasi.
A me arrivano spesso giovani che tale lutto hanno, o hanno avuto, difficoltà a elaborare.
Padre e madre sono figure ugualmente importanti per un figlio, e questo indipendentemente dalle ragioni e dai torti, dalla personalità e dalla caratura morale dei due personaggi, e tali devono restare nella sua vita.
La scelta che gli viene richiesta e alla quale può aderire diviene tradimento dell’escluso, foriero di sensi di colpa e di ansia di perdita.
Tanto i genitori quanto i figli devono arrivare a capire che la fine dell’unione coniugale non equivale a una separazione assoluta, quando esiste il legame di vite che da quell’unione sono nate. Chi ha figli non divorzia mai veramente: può separare il domicilio e la quotidianità, ma i figli costituiscono un legame che non si cancella e che, almeno nella normalità dei casi, è impossibile sciogliere.
Si può cessare di essere mogli e mariti, non di essere madri e padri. Gli ex coniugi devono accettare questa realtà, i figli acquistarne consapevolezza (e forse potrebbero così placare le loro ansie).