Una foto a colori, in formato orizzontale, che ritrae sul lato sinistro e destro, in primo piano e fuori fuoco, di profilo, un uomo e una donna che si fronteggiano animatamente, dei quali si vedono solo i busti. Nello spazio tra i due busti, più lontana, c'è una bimba seduta a gambe incrociate su un divano grigio, che si tiene il viso tra le mani con la testa un po' reclinata in avanti e un'espressione triste.
Psiche

Matrimoni e figli, né sempre né mai

Si può cessare di essere mogli e mariti, non di essere madri e padri. La presenza di figli crea un legame che nessun divorzio può veramente rompere. Gli ex coniugi possono separare i percorsi di vita, non rinunciare a svolgere la funzione genitoriale che li accomuna. Riconoscere questa realtà potrebbe placare l’ansia abbandonica di tanti ragazzi.

«Preferisci la mamma o il papà?»

Ecco l’inevitabile, perversa domanda che figli di genitori prossimi al divorzio si sentono rivolgere. Meno ipocritamente formulabile: «Vuoi più bene a me o a lui/lei?», anche qualora non chiaramente verbalizzata, implicita in atteggiamenti e giudizi.

Viene loro chiesto di schierarsi, di effettuare una scelta impossibile. Coloro che cedono al ricatto dell’amore finiscono per identificarsi con il genitore preferito e con lo sposarne le ragioni.

Il paradosso è che a individui che nulla hanno deciso, ma hanno solo subito decisioni altrui, viene ora domandato di assumere una parte attiva, di affermare una loro volontà, fino a quel momento ignorata.

La separazione della coppia genitoriale, anche quando si presenti quale soluzione migliore, costituisce sempre un trauma per il bambino o l’adolescente.

Certo, la saldezza delle unioni matrimoniali non è garanzia di salute mentale per i figli, ma generalmente la rottura del legame tra i genitori è un elemento per loro destabilizzante.

Questo nonostante l’elevato numero dei divorzi, in continuo aumento, li faccia sentire in buona compagnia, potendo confrontarsi con amici in analoghe situazioni, partecipi di una maggioranza, o quasi.

A me arrivano spesso giovani che tale lutto hanno, o hanno avuto, difficoltà a elaborare.

Padre e madre sono figure ugualmente importanti per un figlio, e questo indipendentemente dalle ragioni e dai torti, dalla personalità e dalla caratura morale dei due personaggi, e tali devono restare nella sua vita.

La scelta che gli viene richiesta e alla quale può aderire diviene tradimento dell’escluso, foriero di sensi di colpa e di ansia di perdita.

Tanto i genitori quanto i figli devono arrivare a capire che la fine dell’unione coniugale non equivale a una separazione assoluta, quando esiste il legame di vite che da quell’unione sono nate. Chi ha figli non divorzia mai veramente: può separare il domicilio e la quotidianità, ma i figli costituiscono un legame che non si cancella e che, almeno nella normalità dei casi, è impossibile sciogliere.

Si può cessare di essere mogli e mariti, non di essere madri e padri. Gli ex coniugi devono accettare questa realtà, i figli acquistarne consapevolezza (e forse potrebbero così placare le loro ansie).

Psicologo e psicoterapeuta. Fondatore e responsabile scientifico di Fondazione Lighea Onlus.

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