Una foto a colori che ritrae una famiglia composta da due giovani donne e un bambino. Il bimbo è biondo, di profilo, seduto a gambe incrociate sulle ginocchia di una donna in salopette seduta a sua volta al centro di un divano bianco; un'altra donna, la sua compagna, guarda il bimbo sorridendo, mentre le lui le sorride a sua volta.
Attualità,  Costume

La famiglia è in crisi: che fine hanno fatto il bue e l’asinello?

Riflessioni politicamente scorrette sull’attuale crisi dell’istituto matrimoniale. È forse il momento di affrontare questo declino, senza rimpianti per un passato perbenista e ipocrita, attraverso uno sforzo creativo, capace di trasformazioni profonde?

DIO; PATRIA; FAMIGLIA: le stelle polari nelle dichiarazioni di intenti dell’attuale governo.

Nel nostro mondo occidentale DIO è in crisi e anche la PATRIA non sta troppo bene, ma ne lasciamo la cura, per competenza, a papa Francesco e ai professionisti della politica.

La FAMIGLIA, invece, è un tema che coinvolge tutti noi. Anch’essa appare travagliata da una crisi profonda, a incominciare dalle stesse vicende coniugali di coloro che ne sono i paladini. Cosa è successo? Qui voglio fare un discorso politicamente scorretto e che potrebbe sembrare provocatorio.

Dall’iconografia tradizionale della Sacra Famiglia sono scomparsi il bue e l’asinello, immagini emblematiche, il primo delle “corna”, il secondo dell’ignoranza. E sì, sono convinto che, fino a circa la metà del secolo scorso, l’istituto matrimoniale è rimasto ben saldo anche grazie alle relazioni extraconiugali che lo accompagnavano, scorrendo segretamente (talvolta nemmeno troppo) in parallelo ai riti sociali della famiglia legittima.

Quelle erano epoche perbeniste e ipocrite, che tenevano ben distinti interessi, doveri sociali e piacere, trasgressioni private e pubbliche virtù.

«Vergognoso libertinaggio», accusano i sostenitori di comportamenti virtuosi e sinceri. «Tradimento di sentimenti autentici», gridano i convinti dei diritti del cuore: amor omnia vincit.

Eppure, quel tacito compromesso assicurava un buon equilibrio e concedeva al nucleo familiare la sicurezza di durare nel tempo e di occuparsi di generare, crescere ed educare i figli. Certo, non c’erano tutti i marchingegni moderni – cellulari, internet, social – che localizzano, informano, fotografano, insidiando la privacy, e i segreti potevano essere ben custoditi. Oggi tutto viene orgogliosamente esibito mentre molti inseguono l’ideale, ancorché irraggiungibile, della assoluta sincerità tra i partners. Un errore. Troppa trasparenza uccide il legame di coppia.

Con queste riflessioni non voglio sembrare nostalgico di una società pre-divorzio (istituto di cui anch’io mi sono felicemente avvalso) né proporre ricette superate e moralmente discutibili, ma evidenziare come l’unione matrimoniale che abbiamo conosciuto, da sempre alla base della costruzione sociale, mostra oggi i segni di un inarrestabile declino e pone pertanto l’esigenza di una revisione creativa.

Ne saremo capaci?

Psicologo e psicoterapeuta. Professore "Libre Universidad de Salamanca".(traduzioni dallo spagnolo a cura di Carlo Perez )

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