Fa male avere sempre davanti una coppia che non è coppia. Molti genitori scelgono di rimanere insieme per proteggere i propri figli, per dare l’impressione di una famiglia unita che poi non c’è, ma questa scelta può avere conseguenze inaspettate. Crescendo, si possono vivere due mondi nella stessa casa.
Il mondo di una siciliana trapiantata a Milano, dai begli occhi color del mare, costretta a vivere in un luogo che la maggior parte delle volte non ha mai sentito suo, voleva dei figli che si riconoscessero nella sua terra, perché la loro anima, come la sua, fosse lì, tra nababbi e vento del sud. Un giovane ragazzo, purosangue milanese, le si stava già adattando, silenziosamente passivo, incantato dai suoi occhi e da questo mondo che non conosceva, ma soprattutto obnubilato dall’idea di poter aver una sua famiglia. Costretti da dogmi sociali che imponevano a 30 anni la nascita di un nucleo familiare, si sono lasciati irretire da sogni di mare ed edifici giganti, tra possibilità di un cambiamento e di una nuova vita.
Il problema è che se due persone sono incompatibili il loro stare insieme non è possibile e restare per i figli che vengono non è necessariamente un segno di amore, ma spesso un modo per nascondere conflitti irrisolti – specialmente con se stessi.
Ecco perché, a volte, una bambina nata da quell’incontro sigillava la sua porta. Mentre la madre urlava e venivano rotti i piatti, lei chiudeva la porta e cantava. Non capiva, non avendo nessuno strumento per capire, come si potesse litigare per così poco, imponendosi di essere lei quella calma della situazione, che non si sarebbe mai arrabbiata così tanto e che mai e poi mai avrebbe lasciato che qualcuno potesse intuire quanto quei due mondi da cui proveniva, così perfettamente incarnati in quelle due persone, potessero essere così abissalmente lontani. Le continue litigate e i disaccordi crearono inevitabilmente un ambiente teso e instabile.
Sebbene avessero buone intenzioni, la loro scelta di non separarsi portava nella bambina un’immagine distorta della coppia e delle relazioni; le difficoltà non venivano mostrate ma nascoste per evitare che fossero scintilla di discussione. L’idea che aveva dell’amore era che poteva esistere solo nel momento in cui la discussione si metteva in pausa, rivolto, si, verso di lei, ma non rivolto verso l’altro, imponendole anche un’idea di “non dover far arrabbiare nessuno e non sbagliare” per essere amata.
I due genitori, convinti di stare insieme per il bene della bambina, decisero di darsi una seconda possibilità con una seconda figlia. Ma di nuovo, se due persone non devono stare insieme i figli non potranno mai ovviare a queste mancanze. Ed ecco che la prima figlia, mentre la seconda era ancora piccola, si sentì in dovere di non farle mai percepire cosa significasse stare male, cosa significasse sentirsi in dovere di essere perfetti per essere amati, cosa significasse sentire più urla che parole. Ma vivere in una sola casa non può portare ad altro che vivere queste situazioni.
Così non una, ma due ragazze si ritrovarono in un contesto dove l’amore tra di loro era immenso e quello dei genitori verso di loro anche ma macchiato dal fastidio di doverlo condividere con qualcuno che non è giusto per noi.
Crescendo le discussioni tra i genitori diminuirono perché, effettivamente, non si litiga per qualcosa che non interessa, ma le consapevolezze delle ragazze aumentarono, bloccate però dalla paura di non poterne parlare per evitare di squilibrare quel nuovo status quo.
In realtà, la verità è che talvolta è solo meglio separarsi in modo consapevole. Due case possono significare due ambienti più sereni, dove i genitori possono affrontare le proprie differenze senza l’ulteriore stress di un’unione forzata. In questo modo, anche i figli possono crescere con un’idea più realistica e positiva dell’amore, comprendendo che la felicità di una coppia non deve necessariamente passare attraverso la convivenza a tutti i costi.
Forse, per quelle due ragazze, ormai donne, sarebbe stato meglio avere due case e genitori felici piuttosto che una sola casa costellata però di silenzi e tensioni. Forse sarebbero state più protette se avessero appreso che la vera chiave dell’amore sta nello scegliere il benessere reciproco, anche a costo di dover prendere due strade diverse.